sabato 19 gennaio 2013

Epilogo


Su ciò che rimaneva de IlCairo calò un silenzio innaturale. Dove prima si muovevano centinaia, forse migliaia, di persone, dopo l'intensa luce, scaturita da chissà cosa, vi era solo macerie e devastazione.
Improvvisamente si mossero delle pietre, un incredulo Ruggiero emerse, intatto, coperto di polvere e detriti, da quello che prima era il palazzo del faraone. Ricordava di essere stato tratto in arresto dopo che le panzane di don Matteo non erano servite a placare l'ira del redivivo Ramesse. Ricordava uno scontro tra lo stesso e un altro faraone, del quale sospettava la provenienza, poi un'improvvisa luce interruppe il titanico scontro.
I suoi pensieri furono interrotti da un rumore, delle grida d'aiuto, qualcun'altro era sopravvissuto a quell'apocalisse? Si avvicinò rapidamente al luogo di provenienza delle urla, dopo aver spostato alcune macerie il maestro ospitaliero cominciò a parlare: “ Chi sei? Capisci cosa dico? Dove sei esattamente?” dopo alcuni attimi di silenzio, che parvero interminabili, una voce roca a lui familiare rispose: “ Qui, è il comandante BARACCA, la presa dell'Egitto procede con qualche difficoltà”.

Alla corte del faraone



Tratto da “Sacra storia del Sanctum Imperium per la scuola media”, ed. Papalia, AD 1973

Breve fu, invece, il rapporto con gli eretici del Nuovo Egitto, dove un inviato del demonio si era avvolto in alcune vecchie bende e spacciato per un antico faraone, Ramesse II, tornato a regnare sulle sue genti, su un territorio che chiamò Regno di Osiride. Costui pretendeva di essere adorato come un Dio, mostrando dispregio per le più elementari evidenze che ci mostrano come esista un solo Dio, quello cattolico. Aveva inoltre assoggettato i morti al suo volere. Ma la storia avrebbe mostrato quali conseguenze tremende attendano chi commette una simile blasfemia e chi, come il popolo egiziano, le asseconda.
Le prime notizia di questo regno blasfemo arrivarono nel 1954, e molto saggiamente, sua Santità il papa inviò alcuni ambasciatori, guidati dall'illustrissimo Inquisitore Sua Eccellenza Spengler, ed alcuni prodi e campioni di fede Ospitalieri, già distintisi nella presa di Malta, fra cui ricordiamo almeno Fratello Ruggero ed il pio Don Matteo Maria del Torchio, con il suo notaio, Antonio Maria Accobelli.

I doni del Demonio avevano reso la società egiziana avanzata, perché sempre il demonio blandisce i suoi servi con ricchezze terrene (petrolio, denaro, maestose sculture di pietra) e con la lussuria (molte donne camminavano a petto ignudo per via).
Quando la Santa delegazione giunse al Cairo, notò subito che il Demonio “Ramesses” stava covando bellicosi progetti: oggi sappiamo che avevano camion, carri armati (alcuni ricoperti d'oro), navi da guerra degli eretici britannici e stavano perfino studiando i sommergibili degli eretici luterani.
Del resto, era evidente che l'intesa fra i vari nemici dell'unico vero Dio e della Chiesa era stretta: benché formalmente anche alla Santa delegazione fosse stato assegnato uno spazio analogo a quella tedesca, il primo incontro con il sedicente Faraone fu illuminante.
Qui, benché i delegati papali fossero stati proditoriamente attaccati dagli eretici luterani, le guardie egizie non solo non protessero i giusti (i quali, comunque, grazie al Suo aiuto ebbero la meglio nello scontro, con tre feriti a due), ma anzi equiparano rei e vittime. Poi, Ramesses (che si faceva accompagnare da un servo stregone che si faceva chiamare con il nome del quarto Arcangelo, che qui non scriveremo perché troppo sacro per essere avvicinato ad una simile blasfemia) mostrò di gradire i grossolani doni (ori, ricchezze terrene, il sommergibile strumento di morte) offerti dagli eretici, e non quelli spirituali e artistici inviati da Sua Santità. Segno evidente del suo animo malvagio.
Ma, da sempre, il demonio preferisce usare la lussuria per tentare gli uomini, così offrì in dono alle due delegazioni una avvenente e disponibile schiava, che fu subito accettata dagli eretici, mentre la proposta empì di giusto furore Spengler, che per questo fu decapitato seduta stante. Ne seguì il caos.
Don Matteo Maria del Torchio cercò di ricucire la situazione a livello diplomatico, senza tuttavia commettere abiura, con abile azione retorica. Fu dato in pasto ad esseri leonini.
Lotahar Matteus, un ex soldato tedesco trovato a Creta ed entrato negli Ospitalieri, approfittò della confusione per correre all'Ambasciata e liberare un altro Inviato del Demonio vestito da Mummia, che la Sacra Delegazione aveva portato lì per allontanarlo d'Italia.
Ma l'azione risolutiva fu quella di Antonio Maria Accobelli, che si recò presso la statua di Novella che era stata collocata nell'ambasciata, attivando, con altissimo spirito di sacrificio, la Sacra Bomba Atomica ivi celata.
Pochi istanti dopo, del Cairo non restavano che rovine, e dei sedicenti Faraoni, del popolo pagano che li aveva seguiti, impronte sul suolo: erano stati annichiliti dalla Sacra Luce.


NB: Drakonis Padupolos non è contemplato nelle storie ufficiali perché ha dato prova di lussuria nel corso della missione diplomatica, ed è meglio che le giovani menti non conoscano tali abiezioni da parte degli uomini di Chiesa.